Argot Studio - Roma, Città metropolitana di Roma Capitale

Raffaele Terribile

Teatro sperimentale e di nicchia. Rappresentazioni interessanti. Si trova all'interno di un condominio e l'ingresso si trova nel cortile interno.
È una associazione culturale ed è necessario iscriversi.

Gianni Micheli

Piccolo spazio ma affascinante con una gran bella cura della programmazione, del pubblico e degli artisti. Per non dire di una zona autentica di Roma a pochi passi dal portone dove trovare di tutto.

Raffaella Asmone

Un'autentica rivelazione! Un piccolo teatro all'interno di un palazzo nel cuore di Trastevere di vera qualità. Lo spettacolo su Calvino con una grandissima interpretazione di un testo di profondità e bellezza rare.

antonietta vannisanti

Un piccolo teatro nel cuore di Trastevere,dove ci si ritrova il culto del del bello e della sperimentazione come in questo ultimo lavoro.

Graziano Paiella

forti emozioni teatrali! W il teatro!

Valerio Castriziani

Il teatro è dentro un cortile, nel cuore di Trastevere. I posti sono circa una trentina, il foyer è piccolo ma, nell'insieme, apprezzo una realtà così unica all'interno di un quartiere storico.

Enrico Deregibus

Proposte teatrali di qualità

marijana ugrica

Questo spettacolo va di pari passo con i nostri tempi: infatti è composto da alcune scene archetipali intorno alle quali si svolge la nostra vita quotidiana. I due protagonisti, nei diversi ruoli e nelle diverse situazioni, riescono a rendere questa peculiarità con un umorismo vivo, autentico, selvaggio.
In una stanza che assomiglia ad una scatola, attraverso il famoso “quarto muro trasparente”, assistiamo alle nove storie che, pare, riproducono la trivialità del mondo d’oggi: i falsi valori, il consumismo, il cinismo dei media, la nostra progressiva disumanizzazione.
Tutto sembra imbevuto dai sentimenti, dalle lotte, dai drammi, dall’assurdità delle nostre vite. I protagonisti sembrano dei robot solitari che pronunciano frasi corte, spezzate, dialogando come personaggi dei fumetti. Eppure non tentano di reagire minimamente a questa assurda realtà, né creano mai un distacco con essa.
Jonesco diceva che l’assurdo è ciò che è privo di uno scopo. E forse nello spettacolo non si insiste sufficientemente proprio su questa mancanza, sulla mancanza di uno scopo, di un mancato senso di vita dei personaggi. Così il pubblico, comodamente seduto in poltrona e piacevolmente divertito dalle battute, non viene indirizzato a cogliere ciò che si nasconde dietro questo umorismo gradevole. Qui infatti la comicità non viene utilizzata come pretesto per rivelare una scomoda verità: quel lato un po’ spettrale delle esistenze vuote e tristi dei personaggi, che non riescono a trovare il proprio baricentro né nell’ambiente che li circonda, né attraverso un credo, né dentro sé stessi.

Marijana Ugrica.